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Mercoledì, 5 Febbraio 2003

I RICORDI
«Apriremo un sito Internet per aiutare chi ha il tumore al fegato»
Chions

Facce tristi e poca voglia di parlare. Poi gli amici, ricordando la straordinaria forza d'animo di Gabriele, si scuotono. Francesco Moretto e Giampietro Gottardi sono stati in prima fila nell'operazione solidarietàche ha mobilitato non soltanto Taiedo, Villotta, Basedo e Chions, ma anche Bannia (Botosso aveva lavorato a lungo nelle Officine Fantin), Fiume Veneto, Rivatte, Azzano Decimo, San Vito al Tagliamento, Pravisdomini, persino Pordenone. «La gente aveva capito - commentano - quanto fosse coraggioso quel giovane padre nell'affrontare una lotta impari». «Gabriele - aggiunge il fratello Germano, che abita nell'appartamento di fianco - era una persona solare e ottimista. Si spendeva per gli altri. Aveva tanta voglia di vivere, di non lasciare i suoi cari. Ha affrontato la battaglia contro il male da uomo e da padre, senza mai cadere nello sconforto». Nel giorno del rientro in Italia, il 19 gennaio a Malpensa, volle scendere dall'aereo con le sue gambe, nonostante i disagi del volo transoceanico e il cambio di fuso orario. «Lui era così - spiega Francesco Moretto -, quasi si vergognava dell'attenzione e dell'aiuto che gli erano stati offerti. Al telefono, da New York, mi ripeteva sempre: "Sono uno come gli altri, non merito tanto". Invece lo meritava, eccome. E la gente lo aveva capito perfettamente. Adesso, come amici, ci siamo assunti un impegno preciso: far germogliare il seme di speranza che lui ha coltivato con tutto questo impegno. Vogliamo creare una rete d'informazioni sul tumore al fegato e sul ruolo medico della radioterapia. L'ideale sarebbe aprire un sito Internet». Mauro Bombardella, nei lunghi giorni americani, è stato il fedele compagno di tante speranze. A lui Gabriele aveva confidato: «Non mi arrenderò mai». «In casi come questo - osserva il sindaco, Claudio Vian -, quando la morte si porta via troppo in fretta una persona che apprezzi tanto, restiamo tutti ammutoliti. Ci rendiamo conto che purtroppo, nonostante i progressi fatti dalla medicina, certe malattie sono terribili. Gabriele ha saputo accomunarci in un impegno di solidarietà. Tutto il paese ha contribuito ad aiutarlo. Per questo, al di là dell'emotività e del dolore del momento, nessuno lo dimenticherà».

p.p.s.


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